Ogni volta che abbiamo trascorso del tempo con Totonno nelle più disparate situazioni (al nostro primo incontro ci convinse che dovevamo stare attenti ad un (inesistente) cane con problemi psichici accucciato sotto la scrivania, abbiamo sempre avuto chiara la visione del genio di Carolei. Lui era l’uomo del sorriso “verticale”. Ci è sempre stato molto chiaro questo. Non importava la condizione sociale della persona che Totonno si trovava di fronte, lui era capace di strappargli un sorriso. Che fosse una anziana vedova storica di Gambarie vestita di nero, col medaglione centrale con tanto di effige dell’amato defunto, o che fosse uno scaltro e aspro politico navigato cosentino, o ancora un detenuto del carcere Cosmai, dove abbiamo fatto insieme dei laboratori artistici, con l’Associazione Barba di Rame, avrebbero sorriso. La leggerezza di qualcosa di puro avrebbe attraversato di sicuro le loro menti e sarebbe arrivata a scalfire qualsiasi corazza, per farli tornare, almeno per un po’, bambini. Totonno era velocissimo nel pensare e nell’agire. Lo abbiamo visto sempre, sempre, sempre, accanto a chi era in difficoltà.
Ma lo abbiamo visto anche schierato contro l’omertà (è sua la voce del nostro brano Cittu), e contro i cancri della nostra società. Delle miserie umane Totonno era un “inverter”, incredibile resistergli.
E allora caro Totonno, passeremo di meno per via Fiume, dove avevi il tuo studio ricco di fumetti, libri, video ed umanità. Ma nel nostro cuore ci terrai per mano e ci rivedremo, passeggiando lungo il Crati, mentre andiamo da Pasquale a mangiare qualcosa.
Marenia